Il signore dei tartufi

Poteva rivolgersi ad un avvocato, poteva denunciarlo ai carabinieri ma no, al signor Ruggeri la giustizia degli uomini non basta ed allora sceglie la gloria eterna, anche a rischio di pagare ancor più cari quei tartufi.

E’ tornato su Instagram in questi giorni, ma la vicenda risale al 2014 quando su Youtube, tale signor Ruggeri, tatuato ed iracondo acquirente online del pregiato tubero, rinchiuso nella penombra della sua camera decide di far esplodere la sua rabbia comunicando al mondo intero che razza di tartufi gli ha mandato il sig. Magi di Montecchio e gli augura di poterseli infilare sapete dove, a lui ed alla figlia. Rivuole indietro i soldi del bonifico: severo ma giusto.

Copia del prezioso reperto è custodito presso il tubocanale di tale “Signore Onnipotente” e ve lo pubblico subito per vostra personale cultura. Consigliatissimo ad un pubblico adulto. Se invece volete rimanere sul pezzo, su facebook c’è una pagina dedicata e la trovate cliccando qui

Il Maestro

Il meme che lo riguarda è in questi giorni sottotitolato con la frase “Non sono un fuorilegge, ma ho necessità”, riferita ad un video del 23 gennaio 2019 (dal minuto 3:28), in cui il maestro, intrappolato da un ingorgo autostradale e spinto dal bisogno di fare pipì, decide finalmente di liberare la sua vescica. Ma chi è “il maestro”? #spiegoipostpuntoit

NON SONO UN FUORILEGGE MA HO NECESSITA’

Ultimamente il suo inconfondibile viso ha sfondato la barriera di Youtube, per approdare nel mare immenso dei meme, che lo ha reso celebre anche tra chi non abbia la più pallida idea di chi sia.

Il ragazzone si chiama Omar Palermo, “il Maestro” per i suoi follower più affezionati.
Pesa più di 200 chili, è’ calabrese ed abita a Rossano, in provincia di Cosenza, dove da casa sua, agli inizi del 2018, decise di uscire dall’anonimato creando il suo canale Youtube “YouTubo Anche io” sul quale postava, con scarso successo, episodi di vita quotidiana e dei suoi “bengalini” in gabbia.


E’ il 7 febbraio 2018 il giorno in cui però Omar trova la sua starway to heaven, nel vero senso della parola: pubblica quella sera un video in cui mangia e commenta una pizza capricciosa; ottiene qualche like in più del solito e capisce subito quale sarà il suo destino: morire di cibo per conquistare il suo pubblico. Alla capricciosa seguono a ruota i video di DUE capricciose, una confezione di duplo, spaghetti, tiramisù, “sciusci” e da allora non si è più fermato. Arrivarono i follower ed i like e ad oggi “il Maestro” è il più grande esponente italiano della subcultura dei “food challenge” di cui aspettiamo con ansia le prime vittime. Requiem. #spiegoipostpuntoit


Sarà un lavoro onesto?

Era il 10 di ottobre del 2014 quando il fattore David Brandt, proprietario di una grossa ‘azienda agricola dell’Ohio negli USA, rilasciò un’intervista per il dipartimento dell’agricoltura americano per illustrare le sue innovative tecniche di coltivazione sostenibile della soia. Fu sullo stesso sito del dipartimento che David apparse in tutto il suo splendore, rilucendo nella foto con tutta la bellezza rustica della sua camicia a quadri bianchi e blu e della sua salopette di jeans

Non è bello, ma è un contadino onesto

La cosa interessò una manciata di addetti ai lavori, poi David e la sua camicia caddero nell’oblio dell’internet fino a quando, il 15 dicembre del 2018, un utente di reddit postò una macro del contadino, aggiungendo la scritta “it ain’t much – but it’s honest work” ed intitolando l’immagine (traduco per i non udenti): ““quando pubblichi robe nuove e ottieni 10 like invece di migliaia di condivisioni” (N.D.R.: Grazie a Marcello che ha commentato ed ha corretto la cazzata che era stata scritta. Fatelo anche voi!).

David Brandt e l’origine del meme

Di lì a poco si sarebbe scatenato il solito delirio, con la solita cassa di risonanza costituita dai milioni di utenti fedeli ai social account specializzati in meme, su Instagram e Facebook.

Albert e gli altri

Già, e gli altri? Chi sono? Albert Einstein lo conoscete sicuramente tutti, naturalmente non per la sua teoria della relatività, ma per la celebre linguaccia e la candida, scompigliata e simpatica chioma. Ma oltre al fisico premio Nobel tedesco, vi siete mai chiesti chi siano gli altri due attori non-protagonisti che compaiono nel meme conosciuto con il nome “calm down, Einstein“? Conoscendo già la risposta dell’ ignorantissimo pubblico di questo sito, ve lo dico io: il primo a sinistra è Stephen Hawking, cosmologo, fisico e scienziato e inglese, nato nel 1942, sin da giovane condannato da una malattia ad un’immobilità quasi totale che si aggiunse ad altri gravi problemi di comunicazione che lo costringevano a parlare tramite un microfono. Nonostante tutto, Hawking diventò professore di matematica a Cambridge a soli 37 anni e per un soffio non gli fu assegnato il Nobel per i suoi studi sui buchi neri (mi astengo da battute di infimo livello). Lo scienziato è recentemente scomparso, il 14 marzo del 2018.


Il secondo “amico” di Einstein, in fondo a destra, è invece un altro celebre luminare di nazionalità americana, Neil deGrasse Tyson, astrofisico e divulgatore scientifico che, a differenza degli altri due, a tutt’oggi sta benissimo e vi saluta.

Un’ultima curiosità: sembrerebbe (si cercano prove convincenti) che l’immagine originale sia stata tratta dal film Gangs of Wasseypur uno dei primi action movie made in Bollywood, il distretto indiano del cinema.

Corredo il tutto con un paio delle immagini che hanno reso famosi i tre geni:

Questa merita breve spiegazione per gli over 40: il risultato dell’operazione soprastante è 1010, che in inglese di legge “ten-ten” che è anche il nome del personaggio manga della serie Naruto rappresentato in figura.

Anche questa merita una breve spiegazione, stavolta per gli under 15: il risultato della prima formula matematica non è “8 rovesciato” ma bensì “infinito” e quello è il simbolo matematico che lo rappresenta.

Buongiollo al pubblico maschile

Primatista assoluto di gaffe

Solo i più giovani ed ignoranti di voi possono non riconoscere il grandissimo Luca Giurato, giornalista/conduttore RAI e campione assoluto di gaffe televisive. Il 100% di meme e macro sparse sul web di origine nazionale a tema “strafalcioni e gaffe” è marchiata con il suo epico volto.

Il post in questione è appunto tratto da una dei suoi celebri momenti di dislessia che vi linko subito sotto per il vostro diletto:

10 minuti di BUONGIOLLO in loop

Se vi foste innamorati di lui e voleste saperne di più c’è sempre wikipedia a vostra disposizione, altrimenti rimanete in superficie come al solito ed accontentatevi di questo mix di straordinarie acrobazie linguistiche del grande Luca nazionale, commentate da Ficarra&Picone:

Hide the pain Harold

Cerrrto che è lui! E’ uno dei volti più noti del web 2.0, l’uomo col sorriso più amaro del mondo. Da anni ormai icona internazionale della sopportazione del dolore, il sorriso più noto del web, noto all’universo internet con il nome del meme “Hide the pain Harold“, ha anche (incredibile ma vero!) un nome ed un cognome reale: l’anziano signore è al secolo András Arató classe ’45, di nazionalità Ungherese e di professione ingegnere elettrico.

Diventato popolare inizialmente tra gli internauti russi, oggi lo si può trovare, munito del suo inossidabile sorriso sforzato, su centinaia di immagini sul web incorniciate da frasi in tutte le lingue del mondo. Ormai è uno di famiglia, nonno Harold.

Per chi volesse approfondire, lascio un paio di link di chi lo ha raccontato prima di me e qualcuno dei suoi meme a caso:

“Hide the Pain Harold”: il signore del meme più famoso di internet è arrivato in Russia – Russia Beyond – Italia https://it.rbth.com/lifestyle/80773-hide-the-pain-harold: https://it.rbth.com/lifestyle/80773-hide-the-pain-harold

https://www.commentimemorabili.it/arato-andras-uomo-dietro-meme-hide-the-pain-harold/
E’ anche il protagonista di un videoclip musicale!

Bitch please

La ritrovate davanti ai vostri occhi ogni santo giorno, basta aprire un qualsiasi social e la risata ironica più famosa del pianeta appare lì in bella vista. E’ uno dei meme più utilizzati ed è conosciuto e diffuso in tutto il mondo con il sottotitolo ” Bitch please”, espressione americana che indica “una presunta superiorità surclassata da una superiorità effettiva” in altre parole un “ma che ca&&0 stai a dì!” o “ma va a cagher!” un pò più elaborato.

Eccolo quì: è il campione cinese di basket Yao Ming, immortalato durante una conferenza stampa nel lontanissimo maggio del 2010, durante la quale il campione si sbellica dalle risate, preso di mira da un suo collega. Qui di seguito il video dell’origine del mito: