È una frase tratta da “de vulgari eloquentia” di Placito Capuano. Il testo, scritto in latino e risalente al 960 DC conteneva queste 2 righe scritte in volgare che vengono considerate l’atto di nascita della lingua italiana.
La frase, messa in bocca a Michele Misseri, diventa meravigliosa, dato che il contadino di Avetrana, 1000 anni dopo, riesce ancora a mantenere la lingua tale e quale a quella usata dall’autore originale. Voto: diesci.
@theo_kami hai finito gli aiuti!
Categoria: Taggato&Spiegato
Noi ridiamo e scherziamo…
…ma questo è Paul Stevenson ed è affetto da Sindrome di Tourette, una malattia veramente brutta che è stata spiegata in questo servizio andato in onda su National Geographic Channel, vi consiglio caldamente di guardarlo
Pesante ve’? Meglio sdrammatizzare un pò
Hobbes e Rousseau
Ti vorrei innanzitutto ringraziare per la domanda… tacci tua! con tutta la robaccia che c’è in giro ti dovevi proprio infognare su questi argomenti!
Comunque te la faccio breve: la vignetta fa riferimento alla visione, per molti versi contrapposta, dell’uomo e della società che i due grandi filosofi sostennero nei loro studi. La spugna, intendila come elemento di vita primordiale, l’uomo originario. Hobbes, di nazionalità inglese e classe 1588, riteneva che l’uomo sia per sua natura una merda, rifacendosi alla figura dell’homo homini lupus, ovvero “uomo, predatore di altri uomini”.
La sua teoria è che l’uomo sia essenzialmente una bestia, dominata da istinti primordiali per soddisfare i quali non esiterebbe a mangiarsi a colazione gli altri suoi concorrenti. L’unica cosa che lo frena è la paura degli altri uomini, a causa della quale interseca con loro una rete di rapporti (nascita della società e delle sue regole di convivenza) che servono fondamentalmente a proteggerlo dai suoi simili e che nel contempo lo costringono a modificare la sua vera natura.
Di pensiero diverso è invece Rousseau, svizzero di nascita e 124 anni più giovane di Hobbes. Secondo la sua teoria l’uomo delle origini era si un rude villano, ma possedeva di base una serie di virtù che, a causa del suo doversi adeguare alle regole sociali, degenerano poi irrimediabilmente fino a trasformarsi in vizi. La società, che per Hobbes è una panacea per mitigare la bestialità umana, viene invece vista da Rousseau come l’origine di tutti i mali dell’anima dell’uomo moderno.
Questa la spiegazione in estrema sintesi e con parecchia approssimazione.
Spero che la curiosità dell’utente che mi ha taggato sul post sia stata soddisfatta ed a lui va il mio caldo invito ad occuparsi più di figa e meno di filosofia.